Originario della Florida settentrionale, Steven Harris è il socio fondatore di Steven Harris Architects LLP a New York.

Dopo aver studiato al New College, alla Rhode Island School of Design e alla Princeton University, lavora parallelamente da più di 25 anni come architetto e professore di architettura a Yale, dopo essere passato dalle cattedre di Princeton e Harvard.


Da quando ha fondato Steven Harris Architects nel 1985, ha guidato la progettazione dei più svariati progetti residenziali, commerciali e istituzionali, con una particolare predilezione per le case private. Da New York, al Connecticut, New Jersey, Florida, California, fino a Messico, Sudafrica, Costa Rica e Croazia, la diversità è un segno distintivo del suo lavoro che lui ama definire “innovativo”.

I suoi lavori vanno da residenze di lusso a piste da bowling e sale da biliardo. Nel 2008, Harris è stato inserito nella Interior Design Hall of Fame e quest'anno è stato incluso nella lista AD100.


Quando non è in ufficio, Harris passa il tempo libero frequentando raduni di auto d'epoca in tutto il mondo, la sua più grande passione dopo l'architettura, che gli ha fatto guadagnare il secondo posto nella Great South American Challenge, uno dei più famosi rally per auto d'epoca al mondo.



Steven, qual è l'obiettivo quotidiano del tuo lavoro?
Creare un'architettura che sia io amo definire “semplice e inevitabile”. Non mi sforzo di rispettare uno stile particolare o un'estetica alla moda, bensì di creare modelli senza tempo. Se un architetto o un designer segue una moda, crea un progetto che dopo 5 anni è riconducibile al periodo in cui è stato realizzato, e a un certo punto rischia di sembrare obsoleto...

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Scott Frances



Hai iniziato 25 anni fa, come sono cambiate le cose da allora?

La professione dell'architetto negli Stati Uniti in generale ha compiuto progressi sostanziali in termini di diversità, il che ha avuto un impatto positivo in termini di cambiamento della cultura del lavoro. Personalmente ho avuto la fortuna di poter mantenere il mio lavoro abbastanza differenziato, in maniera tale da non annoiarmi mai. Sebbene siamo specializzati nel design residenziale, nel corso degli anni abbiamo avuto la possibilità di progettare un ristorante, un centro cinematografico, un eco-hotel, una serie di boutique di alta moda, atrii commerciali, tutte occasioni di apprendimento preziosissime per noi.

Condividete l'ufficio con Rees Roberts and Partners, uno studio di design specializzato in architettura paesaggistica: c'è fusione nel vostro lavoro? E capita che vi ispiriate a vicenda? 

Certamente. Siamo fortunati ad averli nel nostro stesso spazio. Spesso condividiamo progetti ed entriamo in simbiosi. Questo ci porta a creare ambienti bellissimi insieme.

Ci fai un esempio?
Un progetto a Kinderhook, nello stato di New York. Si tratta due case a forma di “L” che si trovano in cima a una collina, perpendicolari l'una all'altra. Abbiamo costruito la prima casa circa 20 anni fa e abbiamo trascorso i successivi 10 anni a pensare a un'espansione. Dato che le ipotesi erano tantissime e non riuscivamo proprio a scegliere cosa fare, abbiamo deciso insieme al nostro cliente di costruire un'altra casa identica e l'abbiamo sistemata perpendicolarmente alla prima. Il paesaggio e gli interni sono stati progettati da Rees Roberts and Partners. Il paesaggio è alquanto straordinario e racconta un'intera storia di un approccio architettonico: mentre si sale, le case appaiono e spariscono alla vista. È un incredibile rifugio dal trambusto della città.

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Scott Frances

Funzionalità o bellezza?
Innanzitutto ci tengo a dire che, per me, i due termini non sono fatto contraddittori. Bensì, si fondono e sono complementari l'uno all'altro. Per cominciare, mi ispiro al concetto modernista della realizzazione dei piccoli spazi, e cerco di essere il più preciso possibile studiando ogni minimo dettaglio. Parlo con i miei clienti, cerco di capire le loro abitudini, e costruisco insieme a loro degli spazi che gli consentano di svolgere le loro attività quotidiane nella maniera più semplice possibile. Quando la vita è resa più facile grazie a uno spazio, lì nasce la vera bellezza. 


Cosa ti ispira nel tuo lavoro?
Tre cose. I miei clienti, gli artisti americani del 20° secolo e le automobili d'epoca. 



È stata la tua passione per le auto d'epoca a portarvi a progettare un garage per un collezionista di Porsche a San Diego?


Non lo escludo. Le Porsche d'epoca sono una delle mie più grandi passioni - le colleziono anch'io e le ho guidate nei raduni automobilistici di tutto il mondo. Il legame tra me e il cliente è stato istantaneo e il risultato è la vera espressione di quel legame. 



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Scott Frances



Che consigli dai agli studenti di Yale a cui insegni? 


Dico sempre loro che la professione dell'architetto è destinata modificarsi. Osservando attentamente, ora è molto diversa rispetto a com'era 10 anni fa, e tra altri 10 anni sarà di nuovo mutata. Per quanto sia difficile, dunque, mi sento di dire che la cosa più importante è creare un set di abilità agile e versatile, e tenere presente che le sfide di oggi potrebbero trasformarsi in possibilità senza precedenti nel futuro prossimo.



Cosa vedi nel futuro dell'interior design?


Proprio come i Modernisti, al loro tempo, si sono occupati di nuovi apparecchi che ci hanno permesso uno stile di vita più efficiente, noi a nostra volta abbiamo sempre più incorporato tecnologie evolute nelle nostre case e, di conseguenza, abbiamo cambiato l'aspetto dei nostri spazi. Sarà interessante vedere come la forma di uno spazio interno iper tecnologico si fonderà con la necessità di avere un ambiente di lusso.

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Scott Frances

A cosa lavorerai al termine della nostra intervista?
Attualmente stiamo progettando e completando diverse ville a schiera e appartamenti a New York, e residenze a Long Island e nel Connecticut. Stiamo anche ristrutturando una lobby a Midtown Manhattan, una dimora storica a Dubrovnik, in Croazia, e disegnando una villa a Palm Springs.


Di cosa vai più fiero?
Di aver avuto la possibilità di insegnare a livello universitario, oltre a gestire la mia pratica, per quasi tutta la mia carriera. Vedere ciò che gli studenti possono fare durante un corso di studi è un'esperienza mentale rigenerante, quando si è abituati al ritmo più lento e a volte alienante della costruzione, del mondo reale. 


Sogni per il futuro?

Spero di progettare un altro hotel, un giorno. 


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Elizabeth Felicella

stevenharrisarchitects.com

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Valentina Mariani

UK Contributing Editor di elledecor.it, vivo a Londra da 7 anni e scrivo di moda, arte, design e architettura. La parte che preferisco del mio lavoro di giornalista sono le interviste. Nella maggior parte dei casi, sia che si tratti di stilisti, architetti, interior designer, artisti, o chef, dopo i primi dieci minuti si trasformano in lunghe chiacchierate variopinte. Quasi come se fossimo amici da sempre.  


Su Instagram mi trovate con il profilo @valentinamarianigram